E’ un grosso problema. Sarebbe un vero problema. Pensa la faccia che farebbero tutti i miei amici “sospiranti” nel leggere queste bestialità.
Ebbene si, la storia dell’arte non esiste! Basta, chiuso, fatevene una ragione, ma studiatela lo stesso, magari potrebbe essere meno ostica e più interessante.
Come sempre è una questione di definizioni e per creare questo paradosso, in cui abbatto la “storia dell’arte”, utilizzo un concetto espresso nel 1938 da Collingwood riguardo alla distinzione tra arte e artigianato.
Il filosofo, nel suo The Principles of Art, riteneva che l’artigiano sapeva quel che voleva fare ancor prima di farlo, mentre l’artista lavora senza progettualità.
Utilizzo anche Picasso a sostegno della mia tesi: “Non so in anticipo che cosa sto per mettere sulla tela, così come non decido in anticipo che colori usare”.
Penso a tutta l’arte antica. Penso a tutta la cosiddetta arte egizia. Penso all’arte romana.
Ordunque, chi realizzava quei magnifici capolavori, quelle vere e proprie opere di capacità tecnica, aveva o no la progettualità? Sapeva già in partenza a cosa serviva il lavoro che stava realizzando, quali sarebbero stati i destinatari di quei manufatti e soprattutto aveva uno scopo reale che non fosse la semplice “espressione del proprio sentire”?
Ebbene signore e signori, abbandonate la storia dell’arte e iniziate a studiare la storia dell’artigianato; perché se è pur vero che tecnici si diventa, ma artisti si nasce, in passato erano dei gran bravi artigiani, eccellenti, fantastici manipolatori di materia.