L’antico nome egizio era “Kenmet”. Li sorge il famoso tempio di Hibis dedicato ad Amon (ma è presente tutta la triade tebana). L’edificio sacro è stato costruito nella zona che una volta si chiamava Hebet, la “città dell’aratro”, forse connessa alla fertilità del luogo stesso, che si imposta su un affioramento vulcanico, bagnato dall’acqua dell’oasi. Oggi è conosciuta come l’oasi di Kharga, sita nella deserto occidentale. Pronti per l’ Anatra in umido alla Kharga?
Una volta pulita e tagliata l’anatra, si trita la cipolla con la carota, il sedano, il prezzemolo e la foglia di alloro.
Si fa soffriggere in una casseruola dell’ olio e si fanno rosolare i pezzi d’anatra
Si sala e si pepa, e si aggiungono le verdure e gli aromi tritati.
Si aggiunge un po’ di vino fino a farlo evaporare del tutto.
A parte si è preparato del brodo che adesso viene aggiunto per tutta la durata della cottura. Prima di togliere la preparazione dal fuoco, si uniscono delle olive intere e dei capperi. Si lascia ancora qualche minuto e poi si serve il tutto.
Il piatto può essere accompagnato da fette di polenta o da fette di farinata egizia (vi ricordate?).
Dario, il grande re persiano, è stato a Kharga , completando la costruzione del tempio iniziata da Apries (XXVI dinastia) nel 522 a.C.